Storia di una italiana in Madagascar.

Covid e Isola Sacra, gli effetti del virus sull’isola di Nosy Sakatia, alle radici dell’anima del mondo.

Pamela: “Siamo in ginocchio Fede, Ci stanno facendo Fuori Cazzo…“

Federica: “…Devi scrivere questa cazzo di mail, Pam, trova cinque minuti, dai cazzo, forza! forza! ...trova dieci minuti per scrivere.... chi eri, dove sei, cosa hai costruito, cosa sta succedendo .... FORZA!!!“

Questo l’ultimo messaggio vocale di Fede, ore locali 13:15, giorno 10, mese di agosto, anno 2021…. cazzo è il 10 di agosto, San Lorenzo – penso – mentre la voce di Fede mi rimbomba in loop nel cervello dalla scatoletta del telefono ed è già sera, e qui, sull’i sola dell’isola dell’isola, la via lattea esplode come un Big-Beng ogni sera e le stelle sono grandi come panettoni tutto l’anno…. cazzo! …é la notte delle stelle e dei desideri…. ok, si, scrivo ok ok…. va bene….. 
 
Agosto è il culmine del nostro inverno, emisfero australe – Madagascar – tra il tropico del capricorno e l’equatore, é freddo, ci si lava con l’acqua del fiume! ( temperatura dell’aria 18/20 gradi di notte, 28/30 di giorno ) niente elettricità solo pannelli solari! E’ tempo d’accoppiamento per i lemuri e ogni notte arrivano forti gli stridii dai combattimenti delle femmine in amore, i manghi trasformano fiori in frutti. E’ la stagione del passaggio delle balene e i “tonfi” dei loro salti si confondono, dal mare, con i tamburi tribali e i balli e le voci e il « manrombo » (battito delle mani) provenienti dalla foresta. E’ tempo di festa grande nei villaggi, i bambini maschi vengono iniziati, si circoncide – oggi si diventa “Uomini” – si balla e si canta e si beve, per tutta la notte, e per giorni, per sconfiggere la paura, per non sentire il dolore. Alle prime luci dell’alba, i bimbi saranno chiamati – un rituale che un giorno, permetterà loro di potersi accoppiare e scegliere la sposa – una lama ricavata dal bambù taglierà via un piccolo lembo di carne che verrà inghiottito dai loro padri, buttato giù, tracannato con un bicchiere di rum, a testa ferma e alta, con un movimento secco, senza esitare, affinché quel “tenerume/tenerezza/debolezza” puerile si disciolga immediatamente nelle viscere, come da tradizione ancestrale e sacra, come tutta la nostra isola, immutabilmente selvaggia, fortemente brutale, atta alla sopravvivenza, profondamente radicata nelle sue leggi, nei « fomba », nei « fady », nell’animismo intoccabile che scandisce i ritmi vitali, nella sacralità dei luoghi magici, nei suoi Antenati, i Rahazana. 
La fierezza nelle pance delle donne incinta al lavoro nei campi ripidi e montagnosi a picco sul mare, la dignità scolpita nel viso dei vecchi, la fierezza nelle mani dei pescatori dispersi in mare per giorni e poi tornati. Niente qua é mite. Tutto é potente. Potenzialmente pericoloso se non conosciuto. 
Ho partorito i miei figli in questa foresta, Soahindy Minà e Tombohindy Dzamiró, malgasci, figli dell’oceano indiano, dell’isola Sacra di Nosy Sakatia, isola delle orchidee e tartarughe marine giganti, mi chiamo Pamela, ho 46 anni e ho molte storie da raccontare. 
 
Sono arrivata in Madagascar nel 2008, avevo messo in stand-by il mio lavoro di Art Director e Graphic Design in Italia, volevo staccare la spina, un anno sabbatico dopo il quale sarei volata verso la grande mela, New York, come free lance. Una carriera fulminante e intensa. Titolare d’azienda a 22 anni, un fervore creativo al top, l’ascesa veloce verso le avanguardie creative internazionali, advertising, marketing, packaging….
 
Poi una chiamata dal Madagascar – guida subacquea cercasi – la partenza, il non ritorno. 
 
M’immergo, guido turisti subacquei per mare, litigo ripetutamente con un pescatore locale che mi intima di tornarmene a casa, m’insulta in malgascio, non ci capiamo, lo sposo, scappo dal Diving dove lavoro, vivo per mare e spiagge navigando per due anni con una piroga e una tenda, imparo a pescare squali e calamari, imparo a cavarmela nella foresta, fabbrico coltelli, bevo dalle pozze, mi lavo nei fiumi, scambio pesce con il riso, imparo la lingua, cerco legna e accendo fuochi per cucinare, faccio due figli, compro un terreno nella foresta tropicale sulla mia piccola isola Nosy Sakatia.
 
Ci separiamo – resisto – offro la mia “conoscenza” a NON turisti dai desideri forti, pronti a fare pagina bianca dentro se per dare spazio al diverso, spogliarsi di tutto, vedere con occhi nuovi, andare verso l’altro e l’altrove. Li prendo per mano, li porto in giro, gli faccio da guida, li conduco dentro la malgascitudine più vera, nella vita reale semplice e intensa di ogni giorno, parliamo con i locali nelle capanne, mangiamo con loro, io traduco – ma tutto esce dagli occhi molto prima, senza bisogno di parole – sono felici, sono felice. Siamo connessi, un’energia potente che passa, si trasforma, c’invade, a volte ci fa piangere. Li porto sotto le stelle e le lune delle lunghe notti sulle spiagge, i bagliori dei falò stagliati nel buio trafiggono di fuoco le gambe veloci dei ballerini al ritmo dirompente dei djambè, è sudore smisurato nei torsi nudi, è nero, è calore, è rum che cola, odori di fumi e incensi e oli di Ylang Ylang sui seni delle donne, ombre che si muovono, il sesso che trasuda dai corpi avvinghiati – quei piaceri e quella libertà che non possiamo concederci, svelati in un attimo, smascherati da queste immagini potenti che ci schiaffeggiano e ci spalancano gli occhi sui tabù della società occidentale, il perbenismo, una moralità distorta che controlla le nostre pulsioni annientandole, siamo anime manipolate, danneggiate, manomesse, deboli, piegate dai sensi di colpa, un occidente che domina e “mangia” sull’insoddisfazione umana, l’offuscamento, l’annichilamento, l’arrendevolezza – Dormiamo, naufraghiamo. Ci svegliamo, inspiriamo il mare dal naso, ad occhi chiusi, profondamente, Elisir di salvezza. Li riprendo per mano, li porto nella selvaggitudine per i sentieri impervi dell’Animismo e della foresta pluviale, flora e fauna tutto intorno che ci avvolgono, complici dell’indicibile, custodi dei segreti di un popolo tra rituali e magia. E’ viaggio dell’Anima. Ed è anche il mio lavoro. Divento ufficialmente guida e accompagnatrice su tutto l’arcipelago di isola in isola. 
 
Guadagno qualcosa, inizio a ripulire il mio piccolo terreno, inizio il progetto del giardino botanico – cotone, ylang ylang, banane, Jaques fruit, papaia, caffè, the verde, pepe, avocado, mango, vaniglia, curcuma, litchi, peperoncino, cocco, limoni, arance, frappé, manioca, aloe, nony, hibiscus, rovinala – costruisco dei Bungalow di legno e foglie dell’albero del viaggiatore insieme ai locali – la mia gente – cresco i miei figli, resto. Sono fiera. 
 
Sviluppo soluzioni Eco Sostenibili e Solidali per l’Ospitalità ricettiva e la Guest House basate sul concetto di NON Turismo. Una NON struttura ad impatto zero, completamente integrata nella natura – lavarsi con l’acqua del fiume e pannelli solari per illuminare – rispettando ogni legge e/o tradizione socioculturale locale con risultati qualitativi sorprendenti, superando ogni aspettativa! 
 
Realizziamo la Gargotte ( ristorante ), in cui si cucina con la legna e si mangiano solo piatti locali e nostri prodotti, ci dedichiamo alla coltivazione del caffè, del riso, della vaniglia, produciamo rum dalla canna da zucchero che poi arrangiamo con spezie e frutti tropicali, abbiamo piroghe ( imbarcazioni di legno ) con le quali peschiamo – sto sul pezzo – soffro, cresco. Con me e i miei figli, 12 famiglie locali impegnate nei vari progetti, mangiamo insieme, ospitiamo i nostri NON Turisti, bivaccando in giro per le isole dell’arcipelago fuori dai circuiti turistici di massa a stretto contatto con la natura incontaminata. Un oceano indiano mai visto, quello vero! Aiutiamo nel quotidiano la comunità, senza bisogno di “etichette”, senza “appartenere” a nessun tipo di organizzazione finanziata, nessun sostegno, ce la mettiamo tutta, siamo la differenza. 
 
Poi arriva lui. Il covid. Passa come un’influenza, ce lo siamo preso tutti, con aggravanti per i portatori di altre malattie gravi come il diabete, problemi cardiovascolari, cancro… ed ecco, per noi, senza assistenza sanitaria, arriva l’immunità di gregge. Affrontiamo le catastrofi, da questa parte del mondo, cicloni che ci spazzano via, alluvioni, locuste che trucidano i raccolti, stagioni delle piogge tre mesi con i piedi nel fango… siamo abituati alle morti “normali” per altri tipi di pandemie, malaria, ebola, peste bubbonica, morbillo, tubercolosi… Ci curiamo con le erbe, le radici, i fiori, i legni, con la potenza della medicina naturale tramandata dal sapere più esperto, da generazioni. Ma la questione covid è politica, gli interessi sono altissimi! Ci chiudono le frontiere! In un primo momento ci impongono di metterci a norma in funzione di una ipotetica riapertura, facciamo corsi, spendiamo al fine di mettere in regola lo staff, poi la chiusura diviene imperativa – con voli di rimpatrio pagati fior di quattrini da benestanti imprenditori, quindi un interesse sempre più palese a mantenere chiuse le frontiere e a lucrare sulla disperazione –  due anni che ci impediscono di lavorare, il presidente incassa fior di miliardi dalle organizzazioni internazionali (aiuti economici da impiegare nella lotta contro il covid – dicono – ) e invece qua si muore di altro. E si muore per davvero. Al sud la siccità, la fame che uccide, al nord le attività in crisi, quelle turistiche completamente in ginocchio, la popolazione dilaniata dalla povertà in seguito alla chiusura prolungata delle strutture del terziario. Qua sull’arcipelago di Nosy Be almeno l’80% della popolazione è impiegata nel turismo, un numero altissimo di bambini abbandonati. Un governo che limita ed impedisce incita alla delinquenza, una instabilità sociale potenzialmente pericolosa repressa immediatamente dalle forze militari, di cui non si parla. I nostri progetti completamente bloccati e il grave rischio di non riuscire più a sostenerci. SIAMO IN EMERGENZA.
 
Da sempre, come del resto in molti altri paesi subtropicali, il Madagascar non è contrario all’immigrazione di stranieri ma neanche favorevole a facilitarne la permanenza. Partiamo dal presupposto imprescindibile, che, MAI il Madagascar concederà la cittadinanza ad uno straniero, neanche a me, da 15 anni residente, con figli di nazionalità malgascia, con una attività in loco che offre posti di lavoro e possibilità di crescita ai nazionali favorendo e sostenendo fortemente l’economia locale dell’isola. 
 
Come già detto, la situazione socio-politica è bollente e si sta aggravando perché abbiamo l’impressione che in questa disagevole posizione di impotenza economica, ci sia un piano subdolo a favorire l’espulsione dal paese di noi piccoli imprenditori europei residenti. Rinnovo di carte di residenza con costi alle stelle, improvvisi adempimenti richiesti per il rinnovo delle autorizzazioni a prezzi indicibili, documenti attestanti la proprietà di stranieri sparite dagli archivi, disagi infiniti sulle pratiche da produrre se non per estorsione e pagamento di tangenti ad uffici vari e autorità più o meno competenti o anche a semplici impiegati.
 
Non abbiamo paura a sopravvivere, da queste parti del mondo, ci siamo abituati. In questo momento ho in tasca l’equivalente di 4 euro, e non è uno scherzo. Ma il fatto che Ci STANNO FACENDO FUORI è inaccettabile, è miseria umana indicibile. Ogni forma di potere è in mano alla corruzione organizzata che ha raggiunto livelli mai visti, soprusi, minacce, intimidazioni. E noi, stranieri residenti, in che modo possiamo proteggerci? Quali autorità in nostro soccorso? In che modo potremo garantire l’istruzione primaria ai nostri figli? Figli del mondo, meticci, che se un giorno vorranno proseguire gli studi avranno bisogno di corsi scolastici adeguati e quindi scuole private francesi con rette mensili da capogiro. In che modo potremo continuare ad aiutare la popolazione locale? A garantire gli stipendi ai nostri staff che fanno affidamento su di noi, a continuare a sostenere bambini abbandonati o dare cure a chi ce le chiede perché in difficoltà?
 
Sono fuoco, adesso. Colpita, schiaffeggiata, sputata, invecchiata brutalmente da anni schiaccianti, stanca di essere obbligata alla paura, all’isolamento, costretta a non fidarsi mai più – di nessuno -. Condizione aberrante dello spirito, residente straniera in terra bruciata, straniera per voi, ma non per me, che ho ancora DA DARE per questa terra. Lasciatemi si, “straniera” alle vostre leggi, alla vostra politica. Sono Animalessa, sono selvaggitudine atavica incontrollabile, sono le cose che ho imparato lontano dalla civiltà, sono Madagascar.
 
Resisto – ancora una volta – Rimango.

INTERVENTI TECNICI

  • INTERVENTI DI MANUTENZIONE PER LA STRUTTURA Guest House, Bungalow, Ristorante
    Le nostre strutture completamente in materiali naturali hanno bisogno di manutenzione costante e ricambio dei materiali che si deteriorano naturalmente con l’usura degli agenti atmosferici, esempio: rifare tutti i tetti ( bungalow e ristorante ) con nuove foglie dell’albero del viaggiatore, sostituire i legnami dei pavimenti dove serve, aggiustare porte, finestre, ponticelli, trattare i legnami con cere naturali protettive.

  • INTERVENTI SUL SISTEMA ENERGETICO ED ILLUMINAZIONE: Pannelli Solari, Punti Luce, Cavi, Batterie
    Il sistema d’illuminazione è garantito dai pannelli solari ma la maggior parte dei cavi che sono interrati e che portano la corrente elettrica ai bungalow e in altri punti luce del giardino e della strada devono essere sostituiti Tre batterie di stoccaggio energetico sono usurate e devono essere sostituite ( 1.600 euro solo le batterie ) ( 1.600 euro circa solo le batterie ), sarebbe comunque opportuno rivedere ed ampliare l’intero sistema , già vecchio ed obsoleto , al fine di garantire più energia finalizzata alla messa in funzione di un frigorifero e/o congelatore. Attualmente funzionano alcuni punti luce e alcune prese di corrente. Per il fresco e la refrigerazione siamo costretti ad acquistare bllocchi/barre di ghiaccio sull’isola grande di Nosy Be e trasportarli con dei contenitori idonei refrigerati fino alla nostra isola.

  • RISANAMENTO DEL SENTIERO PER ARRIVARE ALLA GUEST HOUSE, COSTRUZIONE DI UN PONTE SUL FIUME, MANTENIMENTO E PULIZIA DEL TERRENO
    La location della struttura è in posizione panoramica collinare, immersa nella foresta tropicale e vista mare, un vero paradiso che implica una costante dedizione nella pulizia del terreno, delle piante, delle strade di terra battuta e dei sentirei che abbiamo cercato di sanificare mettendo delle pietre appoggiate sul terreno ma ogni anno, durante la stagione delle piogge, l’acqua che scende a valle si porta via la nostra strada e il lavoro ricomincia da capo. La strada da risistemare arriva fino al villaggio e quindi serve per il passaggio pubblico di tutti, non è privata, in questo modo cerchiamo di agevolare gli spostamenti – di tutti – non solo i nostri, durante la stagione delle piogge dove il fango perdura per mesi e anche solo camminare o trasportare materiali diventa complicato. Uno dei ponti che attraversano il fiume per arrivare al villaggio è quasi completamente distrutto, è nostra premura ed intenzione, costruirne un altro.

  • RISTRUTTURAZIONE E MANUTENZIONE DELLE NOSTRE PIROGHE E MATERIALI PER LA PESCA
    Le piroghe sono imbarcazioni locali in legno, usate con la vela o con i remi. Le nostre piroghe sono 3 e sono a disposizione degli abitanti locali sia per gli spostamenti sia per la pesca e quindi per la sussistenza stessa del villaggio. Le piroghe hanno bisogno di continua manutenzione, devono essere tirate fuori dall’acqua, issate sopra a degli appoggi di legno per essere pulite a fondo dalle alghe e lasciate a seccare, poi va passata la cera ed il locrano (resina naturale ricavata dagli alberi), precedentemente scaldati ed amalgamati sul fuoco, fondamentali per l’impermeabilizzazione dei vari legnami usati. Spesso deve essere sostituito il “fanare”, sul quale la piroga appoggia sull’acqua, è ricavato e intagliato da un tronco unico, che poi viene trattato con il grasso dello zebù, corde, legature e nodi da cambiare spesso. Uno dei metodi di pesca tradizionali è la pesca con le nasse. Le nasse hanno una forma cilindrica, piuttosto grande e capiente, sono una sorta di trappola per i pesci, sapientemente costruite con un passaggio a tunnel per entrare dal quale il pesce non riesce più ad uscire. Sono fatte dai maestri artigiani con dei filamenti intagliati dalla buccia del bambù e sapientemente intrecciati, vengono calate in acqua attraverso corde alle quali sono attaccati dei galleggianti, riempite di pastura (banane, papaia, gamberetti) una pietra garantisce stabilità durante l’immersione. Dopo alcune ore, il pescatore, usando la piroga, va a riprendere le nasse precedentemente calate in mare, sperando che siano piene di pesci. Le nostre nasse sono vecchie e troppo usurate e devono essere sostituite con delle nuove.

INTERVENTI UMANI

  • COMPRARE UN’IMBARCAZIONE SICURA IN CASO DI MALTEMPO E MARE GROSSO
    Ogni giorno siamo in mare – per mare – sul mare – dentro al mare – sopra al mare – sotto al mare – in riva al mare. Siamo in mare col vento, con la pioggia, con il sole cocente, di notte, di mattina, di giorno, se fa freddo, se fa caldo… siamo in mare. Ce lo abbiamo negli occhi anche mentre dormiamo che fanno male dal sale e dal sole, nei buchi del naso, nelle orecchie tappate, nelle unghie piene di sabbia. La pelle arsa, ruvida, bagnata sempre, capelli sfilaccicati dal vento scortese e insistente della sera, scarpe dimenticate e ciabatte perse nelle risacche, magliette bucate. Noi siamo il mare, un rapporto simbiotico difficile da spiegare, per noi con l’oceano dappertutto e non solo dentro, pescatori, isolani, isolati. Siamo abituati a TUTTE le imbarcazioni più o meno probabili, navighiamo sui tronchi scavati, sulle zattere, sulle barche improvvisate, andiamo a vela, a remi, a motore, a braccia, sui botry e le piroghe di legno, sulle canoe. Normalmente sono navigazioni molto lente che implicano tempi lunghi e/o lunghissimi sugli spostamenti. Per questo, ci sono momenti in cui, un’imbarcazione “seria” può fare la differenza. Ci sono stagioni in cui le condizioni meteorologiche sono contrarie, come la stagione dei cicloni, o semplicemente perché da queste parti dell’emisfero le condizioni del mare possono cambiare velocemente nell’arco di poche ore anche se il tempo è bello. A volte mettersi per mare può essere un grosso rischio perché non si può fare a meno di attraversare il canale per spostarci sull’isola grande, Nosy Be. Una barca “seria” può essere messa a disposizione per i bambini che devono andare a scuola e attraversano il mare ogni giorno, andata e ritorno. Una barca “seria” e attrezzata può rappresentare salvezza per una donna incinta che ha bisogno velocemente dell’ospedale grande o perché un’urgenza, anche nel cuore della notte, implica uno spostamento immediato e veloce. Può semplicemente essere messa a disposizione degli abitanti della nostra isola per spostamenti quotidiani, gratuiti e veloci, come “servizio navetta” verso l’sola grande, per l’approvvigionamento o rifornimento o fare la spesa o acquisti necessari, sulla nosta isola infatti non ci sono città, né negozi, nè mercati, nè farmacie, né ospedali. Può essere usata per il trasporto di materiali e/o merci. Non stiamo parlano di motoscafi o motori potenti ma di imbarcazioni semplici, quelle non belle ma sicuramente resistenti, forti, performanti e sicure in caso di mare grosso, finalizzate alla praticità di utilizzo e all’uso quotidiano. Un’imbarcazione “seria” sarebbe un dono dal cielo, per noi, un bene di valore inestimabile. Investimento previsto 7.000 / 8.000 euro. Investimento dai 7.000 ai 10.000 euro.

  • GARANTIRE SUSSISTENZA E CURE A PABLO E A CHI AVRA’ BISOGNO DEL NOSTRO AIUTO
    Pablo è arrivato in un giorno ventoso di luglio, così, come un sasso lanciato da una fionda, e ci ha colpito tutti, anche i miei figli, 6 e 8 anni, che tanto hanno insistito per tenerlo con noi fin da subito. Lo chiamavano “Tsy Maty Voniany” che nella nostra lingua ( il malgascio ) vuol dire “mi hanno ucciso ma non sono morto”. Nessuno ne conosce l’età, lo hanno trovato rinchiuso dentro una casa dopo tre giorni che piangevo, la madre quattordicenne, rimasta incinta dal patrigno, è fuggita dopo il parto. Dallo “zio”, ha vissuto un anno per terra, nei suoi stessi escrementi, mangiando solo manioca bollita, non è mai stato allattato, mai preso in braccio. Abbiamo guarito e ripulito le piaghe, massaggiato le sue gambe rachitiche. Adesso ce la metteremo tutta per aiutarlo a crescere. Pablo è una storia fra le tante, sicuramente la più intensa capitataci negli ultimi anni. Questa è la bellezza stupefacente del vivere a queste latitudini, al di fuori di ogni regola, dove l’emergenza cancella il colore della pelle e tutte le ingiustizie – sei sul pezzo – ci sei dentro – non hai bisogno di organizzazioni internazionali finanziate per sentirti UMANO. Ti dai e basta. Ci sei.

  • GARANTIRE ISTRUZIONE E UN PERCORSO DI STUDI ADEGUATI AI MIEI FIGLI
    Sta per iniziare l’anno scolastico 2021/22 e sono molto, anzi molto molto moltissimo preoccupata. “ Mi sveglio alle 4:30 del mattino, ascolto il rumore del mare per capire immediatamente se è mosso e prima di tutto mi accerto che non sia un tempo proibitivo per attraversare il mare. Accendo il fuoco per la colazione, preparo le loro cartelle, li sveglio con il bacio più dolce che posso dicendo che è mattina anche se ancora è buio pesto e fa freddo. Ci facciamo la doccia, mi carico in spalla le cartelle, compreso quelle con i vestiti di ricambio, si scende il sentiero e se è piovuto camminiamo nel fango, arriviamo in spiaggia e carichiamo tutto sulla nostra piroga ( piccola imbarcazione di legno con altrettanto piccolo motore ) si parte per attraversare il tratto di mare che separa Nosy Sakatia, la nostra isola, da Nosy Be, l’isola grande, dove ci sono i negozi, le banche, le scuole. Si arriva sulla spiaggia del Chanty Beach, scarichiamo dalla piroga e ricarichiamo in macchina tutto, si parte per il capoluogo, HellVille, che raggiungeremo dopo circa un ora di strada dissestata e sconnessa a tratti pericolosa se è la stagione delle piogge. Si fa colazione con le banane fritte già fredde, in macchina, durante il tragitto. Ci si ferma a fare benzina nella sola stazione che funziona, la benzina ha costi quasi equivalenti a quelli europei e per noi è carissima. Sempre in macchina i miei ragazzi si cambiano i vestiti fradici di mare e sporchi di terra, sono le 7:30 la campanella suona, entrano a scuola in corsa. Faccio commissioni, la spesa, cerco di lavorare su internet, aspetto le 12:30, il parcheggio della scuola è un forno cocente, escono, ripartiamo per rientrare sulla nostra isola, 42° sudiamo come bestie sul rogo. Ricontrollo attentamente che le condizioni meteo e del mare non siano improvvisamente cambiate. Spesso il mare si agita nel primo pomeriggio e in quel caso sono costretta a chiamare una imbarcazione “più sicura” e anche molto costosa che ci permetta di attraversare per tornare a casa. Navighiamo, scendiamo in spiaggia, saliamo il sentiero, siamo arrivati. Doccia nel fiume, accendiamo il fuoco per il pranzo, sono le 15:30, siamo stanchi. “ Ecco, questa la premessa per comprendere il “sacrificio” fisico ed economico del solo viaggio. Poi c’è la Scuola. Privata. Francese. L’UNICA con corsi di studio adeguati e riconosciuti in Europa. Iscrizioni annue e rette mensili carissime, senza nessuna possibilità di borse di studio o sussidi in quanto io e i bambini non abbiamo nazionalità francese. 600 euro al mese stimati, tra viaggio e spese scolastiche. Come fare a sostenere oneri fissi così alti per la scuola?

  • ADEMPIERE CON REGOLARITA’ AL PAGAMENTO DELLE MENSILITA’ DELLO STAFF
    In questi quasi due anni senza lavoro – senza battere un chiodo – ci siamo rimboccati le maniche, stretto i denti, tirato la cinghia, cercato di resistere all’irresistibile. Abbiamo atteso ed agognato con imperativa positività ogni probabile notizia sulla riapertura delle frontiere e la ripresa del turismo. Adesso siamo stanchi. Ammutoliti. Provati. Ci hanno vaccinato a forza, istruito in fatto di igiene, messo a norma sanitaria. Siamo SEMPRE stati pronti. Preparati. Adeguati. Professionalmente capaci di adattarci alle novità imposte pur lavorando su un’isola incontaminata, intatta, naturalmente pulita con una densità demografica ed uno stile di vita locale assolutamente improbabile per qualsiasi tipo di assembramento. Ma lo abbiamo fatto. IO e il MIO STAFF. Loro non hanno abbandonato me e io non ho abbandonato loro. La struttura ha bisogno di essere “mandata avanti” e noi ci viviamo, tutti insieme, non possiamo lasciare tutto in abbandono. Mangiamo dallo stesso piatto quando il riso non basta. Abbiamo fiducia che lo stipendio arriva, anche se in ritardo. Quando hanno cominciato a chiudere le strutture turistiche, il 95% dei dipendenti son finiti sul lastrico improvvisamente e senza nessun’altra possibilità. Noi le possibilità ce le stiamo inventando con tutta la forza che possiamo. Nessuno escluso dalla tavola. Io sono loro e loro sono me.

  • RINNOVO DELLA MIA CARTA DI RESIDENZA
    Come accennato, noi, stranieri residenti, siamo costretti a pagare “tasse” di residenza per poter abitare in questo paese. Anche con figli partoriti in Madagascar da padre malgascio ( e quindi, bambini di nazionalità malgascia oltre che italiana ) – come nel mio caso – e/o attività sul territorio che offrono lavoro costante e possibilità di sviluppo per i locali – sempre come nel mio caso – io non ho comunque diritto alla nazionalità e neanche al soggiorno permanente se non dopo 20 anni di rinnovo di carte di residenza e soldoni spesi per i ripetuti rinnovi. Bene, ( insomma, non benissimo ) la carta ha costi che variano a seconda della quantità di anni richiesti, normalmente con validità di 5 anni, dai 2.000 ai 3.500 euro e, il mancato rinnovo, può corrispondere senza mezzi termini all’espulsione immediata dal paese. L’iter burocratico per ottenere “la benedetta” carta è letteralmente un “bagno di sangue” tra corruzione e difficoltà pratiche di svolgimento regolare delle pratiche che possono andare avanti mesi e anche anni. Onde evitare perdite e scomparse dei dossier e relativi versamenti, a noi che abitiamo nelle regioni più lontane è consigliato recarsi direttamente negli uffici immigrazione della capitale Antananarivo, con una quantità “x” di viaggi in taxibrusse ( 2 gironi in andata e 2 giorni in ritorno ) e relative spese di soggiorno. Ecco, bene, ma per niente benissimo, la mia carta è in scadenza.

  • COMPRARE 3 BIGLIETTI AEREI MADAGASCAR – ITALIA (E RITORNO): RIVEDERE I MIEI GENITORI
    Un ritorno alle mie radici, il luogo dove sono nata, in Toscana, piccoli paesi di campagna dove ho passato l’infanzia a giocare nei campi, gli amici che sono ancora là, mio fratello, rivedere i miei genitori, anziani, diventati nonni “a distanza” da anni. Ritornare, un obiettivo continuamente rimandato a causa di imprevisti, da sei anni, troppi. Un pensiero fisso che sembra, adesso più che mai, un miraggio: raggiungere una tranquillità economica basilare che ci permetta anche di andare e venire, ogni tanto. La mancata possibilità di accumulare risparmi, “mettere da parte” i soldi necessari per l’acquisto dei biglietti aerei per me e i miei due figli Minà e Dzamirò, una cifra possibile, 3.000 euro. Ciò la dice lunga, conferma una SCELTA di vita – senza secondi fini – un lavoro onesto, pulito, giusto. Un giusto che per noi, il business, rimarrà una parolaccia messa in bocca agli usurai, agli aguzzini, agli approfittatori. Ma a volte si ha il desiderio di farcela, una necessità vera di superare la precarietà. Anche per tornare, perché non sappiamo quanto altro tempo ancora ci verrà concesso, in questa vita, la speranza diventa dolore per chi aspetta, e loro, mi stanno aspettando.
  1. Divulgare la nostra storia.
La condivisione ed il passaparola ci aiutano a renderci VISIBILI, a “raggiungere” più persone possibili. Amici, viaggiatori, non viaggiatori, esperti del settore e non, giornalisti e/o scrittori che possano scrivere di noi attraverso articoli su carta stampata o semplici spot on line, intervistatori, sognatori, infermieri, musicisti, agenzie di viaggio, travel-blogger, travel-designer, biologi, insegnanti, camionisti, casalinghe, antropologi, sindaci, studiosi, studenti, operai, poeti, insegnanti, medici, fotografi, imprenditori, video-maker, operatori o tecnici del web… vi vogliamo tutti! …e con tutti i mezzi possibili, attraverso la voce di ognuno di voi, la radio, la televisione, internet…. ognuno di voi può aiutarci a darci visibilità, al fine di raggiungere più Viaggiatori interessati ai nostri viaggi e più donazioni libere possibili. Ogni iniziativa da voi proposta per aiutarci sarà ben accolta e siamo pronti a collaborare. Grazie.
  1. Donazioni Libere.
Un dono arriva dal cuore, prima di tutto, il fatto di non essere ricchi non ci impedisce di donare. Se l’unione fa la forza, 1 euro donato da 15.000 persone ci permette di realizzare un ricavato di 15.0000 euro da mettere immediatamente a disposizione per tutti gli interventi tecnici ed umani descritti sopra. Si possono organizzare piccole raccolte fondi, fra amici, in famiglia, fra colleghi di lavoro, in palestra, oppure donare singolarmente. Attraverso il nostro sito internet nella sezione donazioni con PayPal o carta di credito oppure con un bonifico bancario ordinario su conto corrente online ( non estero e quindi senza spese ).
Link alla pagina delle donazioni: www.locoloconavy.com/donazioni/
Coordinate Bancarie: Che Banca! c/c 72062973 intestato a Pamela Piccioli
iban: IT 95C 03058 01604 100572062973
  1. Aderire all’Offerta “Madagascar No Limits!”.
Per chi è interessato alla nostra proposta di viaggio o a venirci a trovare, abbiamo studiato un modo per venirsi incontro in questo periodo difficile in cui le frontiere del Madagascar sono ancora chiuse al turismo. Senza bisogno di programmare il viaggio adesso né comprare biglietti aerei, si può, con un piccolo acconto di 225 euro a persona versato adesso, bloccare il prezzo del soggiorno nella nostra Guest House Bungalow con bagno panoramico privato, sull’isola Sacra di Nosy Sakatia, a soli 45 euro al giorno a persona compreso colazione e cena. Per noi un piccolo introito immediato, per voi un super prezzo del soggiorno! Chiedici ogni info senza impegno, sulla location, sull’arcipelago di Nosy Be, sui voli, su come arrivare e tutto quello che vi piacerebbe sapere, anche per chi NON conosce il Madagascar. Per ogni info dettagliata sull’Offerta e sul Viaggio chiamaci con Whatsapp al numero: 00261 34 33 48 138 ( Pamela )
  1. Aderire all’Offerta “Madagascar Lost in Paradise” per GRUPPI di 6, 8, 10 e 12 persone.
Se siete un gruppo, abbiamo un offerta dedicata a voi! Un circuito TOP con escursioni, sempre e solo fuori dal turismo di massa, messo a punto su un soggiorno di 15gg per scoprire tutto l’arcipelago di Nosy Be da isola in isola, dormendo sulle varie isole, navigando con imbarcazione speciale privata esclusiva per il gruppo e partendo direttamente dalla nostra isola base, Nosy Sakatia. L’imbarcazione privata ci permette una libertà di movimento a 360°. In mare tutto il tempo che vogliamo da dedicare al Wale Watching, agli squali balena, ai delfini, allo snorkeling, la subacquea e tutte le altre sorprese dell’oceano indiano. Una totale flessibilità del programma e una gestione più dinamica sul circuito di terra, gli spostamenti e gli orari, come ad esempio, la decisione improvvisa, di rimanere ad aspettare la schiusura delle uova di tartaruga sulla spiaggia! Chiedici i dettagli sul circuito e i prezzi super vantaggiosi dell’Offerta per 6, 8, 10 e 12 persone. Esempio per bloccare l’offerta per gruppi di 6 persone: acconto di 300 euro a persona! Chiamaci per ogni info e per ricevere il programma del viaggio! Whatsapp al numero: 00261 34 33 48 138 ( Pamela )
  1. Regalare un anno scolastico ai miei figli.
Abbiamo detto che i costi per il trasporto e le spese scolastiche dei miei figli sono intorno ai 600 euro al mese. Bene, sempre per il concetto che l’unione fa la forza, supponiamo un gruppo di 12 persone interessate al viaggio e all’Offerta “Madagascar Lost in Paradise”, mettiamo che ognuna di queste 12 persone investa 50 euro al mese ( quindi 50×12 = 600 euro al mese ) per 10 mesi. Alla fine dei 10 mesi ogni persona ha versato 500 euro di acconto per il viaggio e io ho coperto le spese per un anno scolastico dei miei figli. Evviva! Bravi! Che madre natura ci benedica!
  1. Versare acconti di anticipo per l’affitto dei nostri Bungalow a lunga permanenza.
L’offerta è dedicata a chi lavora nel settore dello smart-working, ai pensionati, a chi ha la possibilità di lavorare online e a distanza o semplicemente a chi ha voglia di staccare la spina. A partire da 500 euro di acconto a persona puoi bloccare a prezzi super convenienti l’affitto del Bungalow da uno a tre mesi. I nostri Bungalow con bagno panoramico privato, sono delle vere casette fatte dai locali rispettando le tradizioni e perfettamente integrate nella foresta tropicale. Sono realizzati in legno e materiali naturali con il tetto fatto di foglie dell’albero del viaggiatore. Hanno terrazza vista mare e veranda, il letto è matrimoniale con zanzariera. Pulizia quotidiana e biancheria compresa nel prezzo. Distanza dalla spiaggia, cinque minuti a piedi.
Chiamaci per ogni dettaglio con Whatsapp al numero: 00261343348138 (Pamela)

Vuoi investire con noi? Ti piacciono i nostri progetti? Sei pronto ad affrontare le difficoltà?
Se sei interessato ad uno dei nostri progetti e vuoi partecipare attivamente in termini economici alla realizzazione di essi con accordi da definire e/o partnership con possibilità di trasferimento in Madagascar, chiamaci per ogni dettaglio con Whatsapp al numero: 00261343348138 (Pamela)

I NOSTRI PROGETTI:

  • The Sacred Island’s Coffee Company

  • Compagnia del Caffè dell’Isola Sacra – Nosy Sakatia Madagascar
    Un progetto che vede impegnati i coltivatori di Caffè della nostra Isola Sacra, preservare, proteggere e sostenere le piccole piantagioni a conduzione familiare, coordinare la produzione di qualità superiore e gestire l’esportazione all’estero in piccole e pregiate quantità, garantendo guadagni effettivi agli operatori locali, SENZA SFRUTTAMENTO, come purtroppo succede da altre parti dell’Isola Grande.

  • TribeLife Botry Cruise – Madagascar

  • Crociere e navigazione con imbarcazioni tradizionali e Bivacchi, in tenda, sulle varie isole.
    Costruire un Botry da utilizzare per piccole crociere sull’arcipelago di Nosy Be. Il Botry è una imbarcazione tradizionale malgascia, anche molto grande, completamente fatta in legno che può navigare a vela e anche a motore. Questo tipo d’imbarcazione è normalmente adibita alle lunghe percorrenze per il trasporto di merci e materiali pesanti. E’ una imbarcazione robusta, a chiglia larga e può essere facilmente modificata e arrangiata al trasporto di persone per offrire al Viaggiatore un’altro tipo di navigazione, quella tipica locale, e per scoprire l’arcipelago attraverso un punto di vista più avventuroso. Assaporare una libertà tonda, piena, totale, sbarcare sulle varie isole, conoscere la gente del posto, sistemare l’accampamento, pozzi o fiumi per l’approvvigionamento dell’acqua, pescare, cucinare con la legna, suonare i djambè e ballare sulle spiagge intorno al fuoco, in sicurezza e affiancati da uno sfaff preparato e competente.

  • The Sacred Island’s Pirate’s Cove – Café Del Mar – Nosy Sakatia, Madagascar

  • Il Covo dei Pirati dell’Isola Sacra di Nosy Sakatia – lounge tropical bar
    Un progetto delicato, un lounge bar ricavato su una terrazza in legno completamente inserita nella natura, sulla scogliera affacciata sul mare, scalinate che portano alla spiaggia, una perla rara per gli amanti di atmosfere intense, un luogo magico di serate a luci di candela e musica lounge chillout proveniente da oltreoceano, un angolo intimo, sensibile, quasi impalpabile. Cuscini bianchi e tendaggi soft, luce soffusa, un ambiente finemente decorato ma fatto di materiali semplici e naturali in simbiosi con la selvaggia isola, una “nave-navetta” notturna che lo collega silenziosamente all’isola grande, Nosy Be. Un ambiente che di giorno può trasformarsi però… nel Covo dei Pirati, ritrovo, rifugio, ristoro, di velisti, naviganti e navigatori, capitani, marinai e mozzi, con le barche ormeggiate in baia, catamarani, velieri, caicchi o altre imbarcazioni, turisti che si fermano a pranzo dopo aver fatto snorkeling con le tartarughe marine giganti alle piscine naturali sotto la montagna sacra.